domenica 30 maggio 2010

Attraversare l'Italia “park-to-park”

Vi siete mai chiesti se sia possibile attraversare a piedi l'Italia settentrionale? E ora che ci state pensando, vi vengono in mente autostrade e strade statali che vi respingeranno come fiumi in piena? Oppure vi state deprimendo ad immaginare distese di grigi capannoni sormontati da gigantesche insegne multicolori? Mi sono posto le stesse domande un paio di anni fa, ma non mi sono perso d'animo e ho trovato una soluzione soddisfacente. Sì, l'Italia settentrionale si può attraversare a piedi e non è necessario inerpicarsi lungo i sentieri della Grande Traversata delle Alpi: basta passare da un Parco all'altro, ad un'altitudine che varia da zero a 2500 metri. Sappiate, infatti, che in Italia esistono 528 aree protette, fra Parchi e Riserve, Nazionali e Regionali (fonte: www.parks.it), e che molte di esse si trovano fra Ventimiglia e Trieste, quasi senza soluzione di continuità.


Ecco alcune indicazioni che potrebbero essere utili a chi volesse provare questo genere di viaggio:

Quanto camminare:

Non è indispensabile essere atleti per camminare nei Parchi; per allenarsi, le escursioni domenicali in montagna sono più che sufficienti. E' fondamentale, invece, conoscere il proprio organismo e tenere conto dei disturbi ai quali si è abitualmente soggetti. D'altra parte, uno degli aspetti positivi di questo tipo di viaggio è proprio la possibilità di mettersi alla prova e saggiare i propri limiti.
Io consiglio tratti giornalieri di cinque-otto ore, con un giorno di riposo settimanale, specialmente se il viaggio dura complessivamente più di due settimane. I giorni di cammino possono essere alternati a digressioni ferroviarie; per esempio, da Tirano, in provincia di Sondrio, si può raggiungere St. Moritz con il Trenino Rosso della Ferrovia Retica (www.rhb.ch).

Con chi partire:

La scelta è, ovviamente, libera, ma non disdegnate l'idea di partire da soli: sarete maggiormente predisposti a rivolgere la parola agli sconosciuti e altrettanto lo saranno gli sconosciuti nei vostri confronti. Lo scopo del viaggiatore è la propria trasformazione, e questa avviene grazie agli incontri più o meno casuali che si fanno.

Cosa portare:

Il peso del bagaglio non dovrebbe superare i 10 kg. Scegliete uno zaino più capiente del necessario perché durante il tragitto vi caricherete di innumerevoli oggetti. Indispensabili: tenda, pila frontale e cartine (buone le Tabacco, Kompass, IGC in scala 1:50.000).
Consigliato: un classico della narrativa di viaggio (Poe, Coleridge, Melville, Swift, Chatwin). Ci scoprirete un sapore che in poltrona non avevate mai percepito.

Quale itinerario scegliere:

Si viaggia meglio se si ha una meta. Non importa, invece, quale strada si prende per arrivarci. Due anni fa, per esempio, io partii dal Parco Naturale Adamello Brenta con l'obiettivo di arrivare a Torino; l'itinerario venne fuori di giorno in giorno, consigliato da svariate persone: guardiaparco, gestori di campeggi, ristoratori, baristi, pensionati, edicolanti, impiegati degli uffici turistici. Ottime risorse sono i Centri Visita dei Parchi e gli Ecomusei. L'anno scorso, invece, scelsi di seguire il fronte della Prima Guerra Mondiale fra Veneto, Friuli Venezia Giulia e Slovenia, sempre facendo ricorso al metodo sopra esposto. Nei prossimi post descriverò gli itinerari completi.

Chi e cosa cercare:

In un viaggio tutti gli incontri hanno lo stesso valore e tutti sono indispensabili: persone comuni o celebri, uomini in carne e ossa o figure che sopravvivono nei ricordi, nei libri, sulle lapidi.

Dove camminare:

Oltre ai sentieri che si trovano all'interno dei Parchi, troverete ottimi itinerari in aree di interesse naturalistico e storico. Esempi imperdibili: il Sentiero Camillo Golgi, che collega Corteno e Aprica, in provincia di Brescia; il Sentiero del Viandante, lungo la sponda orientale del lago di Como; gli Itinerari Storici tra Carso e Isonzo.
Un'altra valida alternativa è costituita dalle piste ciclabili. Infine, quando sarete costretti, potrete passare da un Parco all'altro percorrendo strade sterrate o secondarie; inevitabile, in questo caso, chiedere informazioni sul posto.

Dove dormire:

Alcuni Parchi, per esempio quello delle Dolomiti Friulane, offrono eccellenti sistemazioni in foresterie o campeggi.


Ricordate che all'interno dei Parchi è vietato il campeggio libero; pertanto, qualora non vi fossero strutture per il pernottamento nel Parco che state attraversando, preventivate di raggiungere entro sera un centro abitato o un casale, dove chiedere il permesso di montare la tenda in un prato adiacente. Una volta ogni tanto, concedetevi una sosta in Bed&Breakfast: i proprietari più ospitali sono anche preziosi fornitori di informazioni e di letture serali. Un indirizzo sicuro: Casa della Rondine a Oro, sul lago di Como.

sabato 29 maggio 2010

Park-to-park: itinerario n. 1

Per l'organizzazione del viaggio vedi il post Attraversare l'Italia “park-to-park”

Primo giorno – Parco naturale Adamello Brenta

Campo Carlo Magno – Rifugio Malghette – Laghi del Malghetto di Mezzana – Malga di Sopra – Malga di Fazzon – Rifugio Val Piana – Ossana

Secondo giorno

Ossana – Volpaia – Stavel – Velòn – Malga del Pecé – Passo del Tonale

Terzo giorno – Parco Regionale dell'Adamello

Passo del Tonale – Ponte di Legno – Temù

Quarto giorno

Temù – C. Lissidini – Vezza d'Oglio – Fontanacce – Incudine al Vago – Mu – Edolo
(possibile escursione al Parco Nazionale Incisioni Rupestri di Naquane)

Quinto giorno

Edolo – Santicolo – Corteno Golgi – Le Fucine (possibile escursione alla Riserva Regionale delle Valli di S. Antonio) – Colonia – Aprica (possibile escursione al Parco Regionale Orobie Valtellinesi)

Sesto giorno – Riserva Naturale di Pian Gembro

Aprica – Pian Gembro – Mezzomonte – Musciano – Stazzona – Poietta – Bianzone – La Gatta – Cordini – Teglio

Settimo giorno – Strada del Vino

Teglio – S. Rocco – Mulini Rogna – Scranzi – Castionetto – Ponte – Tresivio – Poggiridenti – Montagna – Sondrio

Ottavo giorno – Sentiero Valtellina

Sondrio – Gherbiscione – S. Rocco di Fusine – C. Gerale – Selvetta – Sirta – S. Gregorio – Desco – Paniga – Parco della Besca – Isolabella – Traona – Mantello – Pusterla – Mezzomanico – Monastero – Dosso – La Colombara – Fabbrichetta

Nono giorno

Fabbrichetta – Trivio – Madonna di Val Pozzo – Curcio (Colico) – Chiaro – Rotondella – S. Rocco – Posallo – Sparese – Perdonasco – S. Rocco - Mondonico – Panico – Corenno Plinio – Dervio Villa – Chignolo – Oro

Decimo giorno

Oro – Vallatta di Bellano – Ombriaco – Biosio – Gittana – Varenna FFSS – Olivedo (imbarcadero) – Bellagio

Undicesimo giorno – La strada regia

Bellagio – Aureggio – Loppia – Guggiate – S. Giovanni – Crella – Ponte del Diavolo – Sassi Grosgalli – Cà Bianca – Casale – Cendraro – Morbia – Rozzo – Lezzeno – Bagnana – Ponisio – Calvasino -Sormazzana – Carvagnana – Valico di Cavagnola – Nesso – Quarazano – Pognana – Palanzo

Dodicesimo giorno – La strada regia

Palanzo – Lemma – Molina – Cappella di S. Rocco – Torno – Perlasca – Cazzanore – Meggianico – Mezzovico – Sorto – Sopravilla – Capovico – Brunate (stazione funicolare) – Como

Tredicesimo giorno

Grandate Breccia – S. Fermo – Cavallasca – Parè – Gironico – Olgiate Comasco – Beregazzo – Figliaro – Binago – Venegono Superiore – Castiglione Olona

Quattordicesimo giorno – Parco Sovracomunale Rile Tenore Olona

Castiglione Olona – Torba – Castelseprio – Carnago – Solbiate Arno – Albizzate – Quinzano – Crugnola – Cimbro – Vergiate – Sesto Calende – Golasecca

Quindicesimo giorno – Parco Lombardo della Valle del Ticino – Sentiero E1

Golasecca – Porto Torre – Canale Villoresi – Dogana Austroungarica – Tornavento – Ponte Castano – Cascina S. Maria – Ponte Ticino

Sedicesimo giorno - Parco Lombardo della Valle del Ticino – Sentiero E1

Ponte Ticino – Ponte di Cuggiono – La Fagiana – Cascina Prinetti – Casterno – Cascina Cornarasca – Colonia Enrichetta – Casscina Fontanone

Diciassettesimo giorno - Parco Lombardo della Valle del Ticino – Sentiero E1

Cascina Fontanone – Soria Vecchia – Vigevano – Parona – Mortara – Castello d'Agogna

Diciottesimo giorno – Parco del Po vercellese-alessandrino

Casale Monferrato – Ronzone – Vialarda – Pontestura – Camino – Castel S. Pietro Monferrato

Diciannovesimo giorno - Parco del Po vercellese-alessandrino e Parco fluviale del Po torinese

Castel S. Pietro Monferrato – Isolengo – Cantavenna – Zoalengo – Gabiano – Piagera – Ganoia – Camorano – Ronzo – Valentino – Tabbia – Brusasco – Cavagnolo – Mezzana – Luriano Po – Moriondo

Ventesimo giorno - Parco fluviale del Po torinese

Moriondo – Colombaro – Caserma – Saronsella – Serra – Castagneto Po – S. Raffaele Cimena – Gassino – Castiglione Torinese – S. Mauro Torinese - Torino

venerdì 28 maggio 2010

Park-to-Park: itinerario n. 2

Per l'organizzazione del viaggio vedi il post Attraversare l'Italia “park-to-park”

Primo giorno – Parco Naturale Dolomiti Friulane

Longarone Stazione FFSS – Ponte Campelli – Codissago – sentiero CAI 395a – Sant'Antonio – Casso – Trui dal Sciarbon – Erto

Secondo giorno – Parco Naturale Dolomiti Friulane

Cimolais (Camping Bresin) – Ponte Compol – sentiero CAI 374 – Casera Lodina – Forcella Lodina - Cimolais

Terzo giorno

Cimolais – S. Floriano – Pinedo – Claut – Lesis – Casera Casavento – Impronte del dinosauro - Claut

Quarto giorno – Riserva Naturale Forra del Cellina

Andreis – Osteria Molassa – Strada del Dint – Centro Visite Barcis – Sentiero del Dint – Vecchia Strada del Cellina – Osteria Molassa - Andreis


Quinto giorno

Andreis – Bosplans – Forcella di Pala Barzana – Pian d. Merie – Poffabro - Frisanco

Sesto giorno

Frisanco – Navarons – Romanis – Redona – Tramonti di Sotto

Settimo giorno

Tramonti di Sotto – Campone – Pradis di Sotto – Zuaniers – Clauzetto – Vito d'Asio

Ottavo giorno

Vito d'Asio – Pradis di Sopra – sentiero battaglia di Pradis – Forno – Pielungo – Castello Ceconi – Pielungo – strada Regina Margherita – Anduins – via Gleris – Vito d'Asio

Nono giorno

Cerdevol – Cuel di Forchia – Avasinis – Alesso – Lago dei Tre Comuni

Decimo giorno

Lago dei Tre Comuni – Interneppo – Bordano – Pioverno – Venzone - Gemona

Undicesimo giorno – Parco Naturale delle Prealpi Giulie

Resiutta - Povici – sentiero CAI 703 – S. Giorgio – Prato di Resia

Dodicesimo giorno – Parco Naturale delle Prealpi Giulie

Prato di Resia – sentiero CAI 638 – Raccolana – Sella Nevea

Tredicesimo giorno - Parco Naturale delle Prealpi Giulie e Triglavski Narodni Park (Slovenia)

Sella Nevea – Lago del Predil – Passo del Predil – Strmec – Log pod Mangartom – Kluže – Pot Miru (Sentiero della Pace) - Bovec

Quattordicesimo giorno

Bovec – Naklo – Čezsoča – Podnjivce – Žaga – Srpenica – Trnovo – Napoleonova Pot - Kobarid

Quindicesimo giorno

Kobarid – Ladra – Sv. Lovrenc – Kamno – Selišče – Volarje – Gabrjie – Dolje - Tolmin

Sedicesimo giorno – Pot Miru

Tolmin – Modrej – Most na Soci – Modrejce – Mengore – Volče - Tolmin



Diciassettesimo giorno – Riserva Naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa

Redipuglia – Dolina dei Bersaglieri – Doberdò – Centro Visite Gradina – Marcottini – Monte S. Michele – S. Martino del Carso – Devetachi – Visintini – Palchische – Micoli – Berne – Colle Nero - Centro Visite Gradina

Diciottesimo giorno – Riserva Naturale dei laghi di Doberdò e Pietrarossa

Centro Visite Gradina – Castellazzo – Casa Cadorna – Doberdò – Lago di Pietrarossa – Centro Visite Konver – Monfalcone – Parco tematico della Grande Guerra

Diciannovesimo giorno – Riserva Naturale Regionale Foce dell'Isonzo

Monfalcone – Isola della Cona – Punta Spigolo – Isola della Cona


Laddove una tappa inizia in una località diversa da quella nella quale si era conclusa la precedente, si intende che è stato effettuato un trasferimento in autobus.

Ringrazio per il prezioso materiale fornitomi il Consorzio Culturale del Monfalconese (www.ccm.it).

domenica 9 maggio 2010

Costruire infrastrutture nell'interesse collettivo: una storia nepalese

Venti anni fa, Chhongba Lama Sherpa era uno dei giovani studenti che vivevano nel monastero buddhista di Taksindu. Questo gompa si trova a ridosso del Taksindu la, un passo, 3071 metri di altitudine, che costituisce un importante crocevia nella zona del Sagarmatha, parte della regione orientale del Nepal. Non esistono strade carrozzabili, ma da nord a sud si snoda un sentiero che collega Dudh Kunda a Salleri e prosegue verso Katari, mentre da ovest a est il sentiero che giunge da Jiri conduce a Namche Bazar e, poi, al Campo Base dell'Everest. Raggiungere o anche solo vedere la vetta di questa montagna, il cui nome ufficiale nepalese è Sagarmatha e che gli Sherpa chiamano Chomolungma, è l'obiettivo che si prefiggono gli alpinisti e i turisti che arrivano in quest'area. Tuttavia, solo una minima parte di essi transita per il passo di Taksindu; poiché la strada camionabile termina a Jiri, molti preferiscono evitare una settimana di cammino e proseguire in aereo fino a Lukla.

Chhongba è originario di Nunthala, una località che, a piedi, dista un paio d'ore dal monastero di Taksindu. Il suo cognome indica che appartiene all'etnia che si stabilì nella zona del Sagarmatha all'incirca tre secoli fa. Gli Sherpa giunsero attraverso i sentieri che permettevano le comunicazioni con le regioni himalayane più orientali: il loro appellativo è di origine tibetana e significa, appunto, “genti dell'Est”.
A partire dagli anni Cinquanta, alcune importanti figure dell'alpinismo francese hanno favorito l'arrivo in Europa degli Sherpa, introducendoli nell'ambiente dei rifugi di montagna. Le doti di resistenza all'alta quota permettono loro di lavorare per periodi di quattro o cinque mesi in strutture situate a più di 3000 metri di altitudine.
Compiuti i ventuno anni e ottenuto il passaporto, Chhongba intraprende questa strada. Trova lavoro dapprima nella regione francese dell'Alta Savoia e poi, otto anni fa, in Italia, presso il rifugio Vittorio Emanuele al Gran Paradiso. Negli anni successivi, lo raggiungono alcuni familiari, fra i quali la sorella Dolma, che attualmente lavora nel rifugio Quintino Sella al Monviso con il marito Lakpa Temba Sherpa.
Questi è un esperto alpinista ed è stato portatore e guida in spedizioni d'alta quota; per tre volte ha raggiunto la cima del Chomolungma. Come gli altri Sherpa che si dedicano a questa attività, ha messo da parte una discreta somma di denaro, ma ha deciso di smettere per due motivi: l'elevato rischio che il mestiere comporta e l'indignazione per il comportamento arrogante di molti alpinisti europei e americani nei confronti dei portatori, specialmente di quelli che li accompagnano solo fino ai campi base, più poveri e meno dotati fisicamente.

Durante le estati trascorse in Italia, Chhongba e Lakpa stringono legami con numerosi frequentatori dei rifugi; sono amicizie che nascono dalla stima reciproca, non dalla commiserazione o dall'adulazione: uniscono persone che evitano di incasellare il prossimo secondo gli stereotipi del “povero” o del “ricco”.
Lakpa e Chhongba diventano il punto di riferimento di quanti sono alla ricerca di informazioni per organizzare ascensioni o trekking in Nepal. Nel frattempo, i due nepalesi sviluppano un progetto: dotare i loro villaggi d'origine di infrastrutture al servizio della collettività, che costituiscano la base per il suo sviluppo economico e sociale. Ne parlano, in Italia, con alcuni amici, volontari del Soccorso Alpino Saluzzese, a cui propongono di contribuire, innanzitutto, alla costruzione di un presidio sanitario a Nunthala, in una zona densamente abitata, dove la struttura ospedaliera più vicina dista tre giorni di cammino.
Chhongba e Lakpa coinvolgono i rappresentanti delle comunità di Nunthala e dei villaggi circostanti nella messa a punto di un progetto che viene approvato dall'Autorità competente, la quale si impegna a garantire la presenza di due operatori sanitari. Il finanziamento viene assicurato dalla Delegazione Saluzzese del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, che, nel 2004, decide di celebrare così il suo mezzo secolo di attività. Per la realizzazione dell’opera vengono assunti artigiani del posto e utilizzati materiali ricavati in loco.
Nel 2006 il presidio diviene operativo sotto il controllo di un comitato di gestione, eletto dai rappresentanti dei villaggi interessati. La struttura, costituita da due ambulatori, un dispensario e due alloggi per il personale, pratica l’assistenza sanitaria di base ed utilizza farmaci il cui acquisto è finanziato dal Soccorso Alpino. Essa dispone, inoltre, di un concentratore d'ossigeno, apparecchio utile per il trattamento delle insufficienze respiratorie.

Intanto, forti dell'esperienza maturata nella fornitura di appoggi logistici agli alpinisti europei, nel 2006 Lakpa e Chhongba hanno fondato un'agenzia turistica, la Monviso Treks & Expedition, con sede a Kathmandu. Nell'attività hanno coinvolto molti familiari, fra i quali i quattro fratelli di Lakpa, tutti alpinisti che hanno già raggiunto la vetta del Chomolungma. Durante la stagione turistica nepalese, che si conclude nel mese di aprile, lavorano attualmente per la Monviso decine di persone, reclutate, soprattutto, nella zona di Phaplu, una località che dista un giorno di cammino da Nunthala ed è dotata di una pista di atterraggio per piccoli velivoli.

A partire dal 2007, i due nepalesi e gli amici italiani si dedicano alla seconda parte del progetto: la costruzione di un impianto idroelettrico che possa fornire energia al presidio sanitario, alla scuola frequentata da circa 300 bambini ed alle abitazioni di Nunthala e dei villaggi circostanti, Deku, Hewa, Chhulemu e Taksindu, per un totale di circa duecento famiglie. Alla popolazione verrà offerta una fonte energetica alternativa all’utilizzo della legna, attenuando, in tal modo, il processo di deforestazione che sta interessando la zona. La legna da ardere, infatti, è il combustibile utilizzato per cucinare, riscaldare le abitazioni e assicurare docce calde ai turisti. Essa viene attinta da foreste di abeti e rododendri piuttosto distanti dai villaggi, i quali sono circondati da estesi terrazzamenti coltivabili, ricavati meticolosamente dai fianchi dei monti. Pertanto, il trasporto, che avviene per mezzo di gerle che gli Sherpa caricano sulla schiena e sostengono, tramite una cinghia, con la fronte, è oltremodo faticoso.
La progettazione della centrale, capace di produrre 28 chilowatt, è affidata a una ditta nepalese, così come la fornitura e il trasporto dei materiali necessari. Ciascuna delle famiglie interessate offre dieci giornate di lavoro, gestite da un gruppo di diciotto persone elette dalle comunità dei cinque villaggi. Terminati i lavori, si insedierà un comitato di gestione formato da dieci persone, donne e uomini che si sono particolarmente prodigati per la realizzazione del progetto; essi si avvarranno del lavoro di due dipendenti a tempo parziale. Anche il monastero di Taksindu verrà allacciato alla rete elettrica, su richiesta degli abitanti, i quali ne apprezzano il compito di promozione sociale e culturale.

Il 5 aprile 2010 la centrale idroelettrica viene inaugurata alla presenza della popolazione dei villaggi raggiunti dal servizio, insieme con i volontari e gli amici del Soccorso Alpino di tutto il Piemonte. Chhongba e Lakpa ricevono il plauso di tutti: nel corso degli ultimi sei anni hanno generosamente messo le loro capacità di leadership a disposizione della popolazione, la quale, a sua volta, ha dimostrato di saper agire in vista dell'interesse collettivo, con uno spirito di cooperazione libero da particolarismi. I discorsi ufficiali, privi di retorica, sottolineano i legami di amicizia, affetto e reciproca riconoscenza che si sono stabiliti fra le persone che hanno collaborato alla realizzazione del progetto. Tuttavia, la sintesi più benaugurante sta, probabilmente, nelle parole pronunciate da un fabbro che vive e lavora in uno dei villaggi nei quali è arrivata l'elettricità: «D'ora in poi, la sera potrò finire il lavoro con calma e, dopo, leggere o aiutare i miei figli a fare i compiti e studiare.»